Nelle ultime 24 ore, l'EUR è sceso dello 0,43% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0872 dollari. Il dollaro statunitense è salito pur restando appena sotto i massimi da quattro mesi toccati ieri contro l’euro, con gli investitori ottimisti sulla possibilità che l’epidemia di coronavirus venga contenuta. In Cina si è registrato il numero più basso di nuovi casi di contagio da quasi due settimane, e si parla della possibilità che dopo il picco di questo mese l’emergenza sia finita entro aprile, anche se esperti a livello globale avvertono che fuori dalla Cina l’epidemia potrebbe essere solo all’inizio. Ieri il presidente della Fed Jerome Powell ha detto al Congresso che l’economia Usa va bene, pur citando la potenziale minaccia rappresentata dal virus cinese.
Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0870$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0848$ seguito da 1.0826$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.0909$ seguito da 1.0948$.
Nelle ultime 24 ore, il greggio è aumentato del 2,93% chiudendo a 51,59 dollari al barile. I prezzi probabilmente sono stati incoraggiati dalle ultime notizie sul nuovo coronavirus (appena ribattezzato COVID-19 dall'OMS): le ultime rilevazioni cinesi hanno infatti registrato il minor numero giornaliero di nuovi casi dalla fine di gennaio. L'allarme della comunità internazionale rimane comunque elevato e anche il cartello dei produttori OPEC ha tagliato le stime sulla crescita mondiale della domanda di petrolio a seguito della nuova epidemia. Le scorte di greggio statunitense sono aumentate di 6 milioni di barili la settimana scorsa a 438,9 milioni di barili, superando le stime degli analisti di un incremento di 3 milioni di barili, scorte di petrolio settimanali EIA sono aumentati a +7,459 mln di barili da +3,355 mln precedenti (attesi +2,987 mln).
Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 51,32$, in diminuzione dello 0,52% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 50.53$ seguito da 49.75$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 52,03$ seguito da 52,75$.
Nello stesso tempo, l'XAU/USD è diminuito dello 0,10% chiudendo a 1569,1 dollari l'oncia. Ieri l’oro ha proseguito nel suo declino, soffrendo a causa del rafforzarsi del dollaro e dello scenario generale di risk on. Sicuramente, i lingotti possono essere visti come un bene rifugio (e la domanda può continuare a crescere se l'epidemia continua a diffondersi), ma ci sono diversi elementi da tenere in considerazione dal momento che il coronavirus avrà anche un impatto sulla domanda di gioielli d’oro - spiega l'esperto -. Infatti, ci sono stime che vedono in calo la domanda cinese di gioielli del 10%-15% nel 2020. Dal punto di vista tecnico, c'è una forte zona di supporto a 1.550 dollari e una rottura al di sotto di questa potrebbe essere vista come un segnale di debolezza, mentre 1.580 dollari sono ora il primo livello di resistenza per il prezzo dei lingotti. Soltanto un chiaro segnale di rottura di questa zona potrebbe lasciare spazio a un rally fino a 1.600 dollari".
Gli indici a Wall Street hanno terminato la seduta di mercoledì 12 febbraio su nuovi massimi. S&P 500 +0,5% (nuovo massimo storico), NASDAQ Composite +0,6%, Dow Jones Industrial +0,7% (nuovo massimo storico).
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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